IL PANINO DELLA COLAZIONE
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Ma quanto costa la colazione al Bar: o meglio quanto costa al chilo ciò che mangiate ?
Più della pasticceria !
Stamane non ho fatto colazione a casa per cui ho pensato bene di prendere un panino e sono andato, come di consuetudine, in un bar pasticceria che frequento da anni per il caffè mattutino; ho scelto il panino con il prosciutto cotto ed ho chiesto un sacchettino per portarlo via, visto che avevo premura.
Lo stupore alla cassa allorché mi sono stati chiesti, per quel minuscolo panino, tre euro, rigorosamente senza scontrino; nel tragitto verso lo studio ho rimuginato sul prezzo pagato, per cui arrivato in ufficio – approfittando che avevo la bilancia della posta – ho fatto un’analisi: 29 grammi di pane e 22 grammi di prosciutto cotto, per un totale di 51 grammi (che arrotondo a 50 per comodità di calcolo).
Mi sono munito altresì, grazie ad internet, dei prezzi all’ingrosso di pane e prosciutto ed ho sviluppato i conti dell’analisi.
Dunque, avrei pagato quel panino 60,00 euro al chilo ma se tengo conto della componente fiscale rilevo che il prezzo di vendita virtuale per garantire il medesimo netto in regime di compliance fiscale, avrebbe dovuto essere di 95,00 euro al chilo.
Non basta: la materia prima, al costo dei prodotti all’ingrosso, incide per circa quindici centesimi per quel panino il che significa che il ricarico è di circa venti volte se lo rapporto al prezzo di vendita di 60,00 euro, ma il ricarico è di ben 640 volte se lo rapporto al prezzo virtuale di 95,00 euro.
Sono rimasto attonito: guardavo il panino e pensavo, pensavo e guardavo il panino; alla fine l’ho buttato sia perché la bilancia a contatto con gli alimenti poteva non essere perfettamente pulita, sia perché mi turbava l’idea di mangiare quindici centesimi di euro e per il resto maticare costo della manodopera, spese generali e utile d’impresa.
Meglio, molto meglio fare colazione a casa.
Marco Savio.